martedì 15 agosto 2017

Cattolici e politica. Errori e questione di metodo



Le elezioni si avvicinano e si intensificano analisi e appelli a un nuovo impegno dei cattolici in politica, a cominciare dall’intervista del presidente della Cei Bassetti al quotidiano Repubblica.


 Eppure, da sempre, la matrice comune ha originato scelte diversissime tra loro. Senza andare troppo lontano, basterebbe pensare ai popolari sturziani in rotta di collisione con il conservatorismo clericale, ma criticati a loro volta, per eccessiva moderazione, dalla Lega democratica degli eredi di Murri e poi dai siniarchici di Rodano e altri.

Come riconoscono molti storici, l’assunzione del governo da parte della Dc dopo la Liberazione proiettò una minoranza culturale alla guida di un Paese lacerato tra un fascismo dissimulato e un anticlericalismo covato da secoli, mentre si palesò inevitabile l’accordo col “Quarto partito”, come De Gasperi chiamava il trasversale e sempre governativo potere dell’industria e della finanza.  Dedizione eroica,spesso nascosta, e grandi tradimenti sono parte di una storia che resta tutta scrivere di un partito multiforme, capace di contenere tutto al proprio interno.


Non si può oggi riprendere la questione politica dei cattolici a partire da vertici ecclesiali. Bisognerebbe prendere in esame il tentativo maldestro e umiliante dell’operazione Todi, propedeutica a quella Scelta civica che ha cooptato i candidati nella mediazione improbabile tra Riccardi, Montezemolo, Monti, Bonanni, Olivero, ecc.

Non andrebbe rimossa la memoria di questo esperimento per capire come agire in maniera completamente diversa e cioè a partire dalle istanze reali di chi è animato dall’urgenza di una scelta di dedizione al bene comune secondo una visione personalista che può dare voce ad una resistenza dell’umano davanti alla sua dissoluzione. Un percorso alieno da ogni tentativo demiurgico di creare improbabili nuove classi dirigenti, come spesso si sente, invece, dire in tanti ambienti cattolici. E soprattutto lontano da ogni eterodirezione ecclesiale, seppure remota. 


La questione epocale dei migranti, il ripudio viscerale della guerra e l’accoglienza della vita in ogni fase dell’esistenza minacciata dalla cosificazione a merce, potrebbe essere un piano di confronto reale ed esigente, senza sconti e ricerca di effimeri collateralismi. 


           

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